Capisco cosa potrete pensare, lettori: "ma come, e allora quando vai al cinema?"
Risposta: infatti non ci vado.
Ad ogni modo, il film del quale farò una specie di recensione è "Il tassinaro", sì, quello di Alberto Sordi.
Prima di vedere questo film io non sopportavo troppo Sordi. Mi dava l'idea del romanaccio sotuttoio. Poi ho capito che effettivamente l'anima di Roma è proprio quella, volente o nolente. E che nei film fa molto ridere.
Vi domanderete ancora: "ma allora perchè l'hai guardato?" (Quante domande, vi fate...)
Semplice. In realtà io non stavo guardando "Il tassinaro" bensì "Taxi driver", quello con De Niro. Poi mi hanno spiegato come finisce e non ci tengo granchè a vedere gente che perde dita o viene uccisa con un colpo in faccia, se posso evitare è meglio, dato che nella prima parte del film c'è uno mezzo morto che viene preso a bastonate.
Così, dato che comunque avevo cominciato un film coi taxi, ho deciso di proseguire nel filone.
"Il tassinaro" ad ogni modo non è un film come me lo aspettavo, con una trama. E' più una serie di episodi corti con uno sfondo comune: Roma.
L'aspetto che mi è piaciuto di più di questo film è sicuramente l'aderenza alla realtà. I giapponesi e le loro malefiche sveglie, visti come il nemico (ricorda niente sui cinesi?), i problemi dell'Italia, che dal 1983 ad oggi sono esattamente gli stessi. Il Nataleconituoi fatto di un quintale di roba da mangiare. Imperdibile la scena degli insulti all'americano. Piccole cose, ma che fanno la differenza.
Della trama quindi non vi dico nulla - anche perché non c'è - e mi limito a consigliarvelo. E' un bell'affresco di un'Italia che
Nessun commento:
Posta un commento