"Sì, scrivo"
"E che scrivi?"
Qui c'è la risposta.
"In fondo alla strada c’è una rotonda, davanti alla rotonda c’è una bici, e sopra la bici c’è un signore.
Il signore dai folti capelli sale e pepe attraversò così il
pericoloso rondò della provinciale che porta a Castrozzo, arrivando al
supermercato, l’emmecorta.
All’emmecorta ci vanno tutti, specialmente all’orario in cui
ci va il signore in questione. Di ritorno dal lavoro viene comoda perché è
sulla strada principale. Sul momento non ti accorgi che c’è tanta gente perché
il parcheggio resta un po’ sopraelevato rispetto al piano strada, però poi scopri
che non ci puoi proprio infilare la macchina, là, a patto di non andare molto
molto in fondo, in uno di quei posti dove ci sono i raccoglitori con tre
carrelli perché nessuno ci posteggia mai.
Il ciclista in questione, ad ogni
modo, se l’era risolta coi pali che confinavano (il perché resta da capire) un
alberello. Poggiò il mezzo, lo incatenò con un lucchetto che probabilmente
anche il più scarso dei ladri sarebbe riuscito ad aprire e, soddisfatta la sua sicurezza
mentale, entrò nel turbine d’aria gelida dell’ipermercato.
Ipermercato non proprio, in realtà, perché di iper non c’era nulla.
In realtà l’emmecorta doveva essere parecchio più grossa, ma il comune - quando
c’erano quelli là - s’era rifiutato di trasformare lo spazio in una mega area
commerciale, e probabilmente aveva fatto bene.
Il signore però se ne lamentava spesso. Era a favore degli
industriali, uno come tanti dalle idee di destra che in Italia però sono
costretti a votare la sinistra.
“Per esserci il ricco deve esserci il povero” declamava alle
folle il più delle volte, cinicamente. Le folle annuivano. Spesso non erano
granchè desiderose d’ascoltarlo, ma lo stavano comunque a sentire. La
redistribuzione della ricchezza lo turbava poco."
bellooooooooooooo!voglio i diritti della storia o almeno una menzione nei ringraziamenti!!!
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