venerdì 1 marzo 2013

LV - Contrappassi e contrappunti

Ho sempre criticato Berlusconi. Non è un segreto.

Davvero, non riuscivo minimamente a capire che cosa ci trovasse la gente, spesso miei amici, ottime persone, in un uomo del genere. Poi ho capito.

Berlusconi è terribilmente simpatico, se sei delle sue idee. E più ne parlano male, più ti viene voglia di votarlo. Anche il marcio contro di lui gli è a favore, è una specie di Manchester United: gli puoi tirare addosso tutto il fango che vuoi ma prima o poi quelle maglie rosse (rosse? No, vabbè, esempio sbagliato, scusate) tornano a vincere qualcosa, e tu che sei del City rosichi.

Parentesi calcistiche a parte, oggi posso capire perchè non capisco l'astio verso Grillo e i suoi.
Chi li paragona a fascisti (leggi razziali? Dove sono? E Hitler dov'è finito?), chi dice che non hanno esperienza (vero, però si organizzano, studiano: la Gelmini non sapeva niente, e anche Scilipoti non credo fosse molto meglio).
Insomma, pagheranno anche l'inesperienza, ma almeno danno prova di volersi sbattere un pò per l'Italia. Quanti lo fanno?


Poi riguardo al futuro governo stanno uscendo fuori duecentomila ipotesi: addirittura ho letto che Bersani avrebbe "convinto" dei parlamentari 5 stelle a votargli la fiducia.

Ora.

Bersani non è stato in grado di convincere la gente del suo paese a votarlo, ha perso in casa, per dire quanto possa essere convincente quest'uomo. La verità è che la colpa delle elezioni perse è solo dei democratici e di una campagna elettorale imbarazzante -rileggere il blog, please. Sono un misto tra l'Inter dei primi anni 2000 ("non vincete mai") e il Milan edizione La Coruña (come perdere un turno giá vinto).

Il fatto è principalmente che la gente, appena vede coerenza, non capisce più niente. Non si concepisce come i gruppi parlamentari possano non arrivare agli inciuci. Siamo così corrotti dalle classi politiche vecchie che appena vediamo qualcosa di diverso sbarelliamo, per usare un termine tecnico.

E quando parlo di coerenza, non parlo (solo) di Grillo. A Firenze c'è un certo Matteo Renzi, che avendo perso le primarie è ancora lì a fare il sindaco.

Merce rara. Dio ce lo conservi.


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