giovedì 9 maggio 2013

LXXIII - La città lombarda di Verona





I resoconti dei viaggi-distruzione, come c'era scritto sul diario di una mia conoscente, sono sempre difficili. Non sono Goethe, ma ci provo. 


Vi sorprenderò, lettori. Nonostante l'aspra rivalità calcistica con Reggio, lungi da me voler parlare male della bella città "lombarda" come qualcuno ha detto. Dios mio.

Certo, la guida che abbiamo trovato aveva un temperamento un pò dittatoriale, ma chi non conosce la realtà dove lavoriamo non può immaginare a cosa si vada incontro.
E' come quelli che dicono "lavori solo 18 ore". Sè, fattele te diciotto ore come le mie, poi ne riparliamo.

Ad ogni modo, la città dell'Arena è tenuta bene, tanta storia. Questo è un altro punto a favore della mia teoria della proporzionalità inversa tra bellezza del luogo e carattere degli abitanti.

Sirmione. Soprattutto Sirmione è davvero un bel posto. Un sole meraviglioso, tanto verde, una città costruita su una bellissima isoletta che si stende sul lago di Garda, con due milioni di macchinoni NCC (noleggio con conducente) che passavano per le strade larghe un metro e mezzo della cittadina al confine col Veneto. Del resto, se è bello, non è bello solo per me, c'è da dire.

Segnalo inoltre che, essendo pieno di tedeschi e russi, un cedro costava sei (6) euro e la macchina dalla cilindrata più scarsina da quelle parti è il 1.8. Per la fredda cronaca, noi avevamo un autobus, quindi come cilindrata eravamo sopra (tiè).

Ogni viaggio, però, ti porta dentro qualcosa. Forse anche un pò di nervosismo (hai responsabilità, non ci nascondiamo dietro un dito), ma sicuramente aumenta la tua maturità, la tua pazienza, il riuscire ad apprezzare le cose anche più piccole e nascoste. E un bel panorama del lago mentre sei su una panchina ti ripaga del lavoro.

E forse sono queste, le cose che vanno apprezzate, chissà.




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