martedì 14 maggio 2013

LXXVI - Un gran bel libro da leggere (2)

Gli incontri migliori succedono spesso per caso.

Ero in vacanza. Agatha Christie, trita e sempre uguale a sè stessa, languiva nella tasca inferiore del mio zaino. I miei piani di leggere un suo libro ad estate stavano fallendo sin da allora, e stavo capendo per quale ragione non entrasse nella storia della letteratura, cosa che mi chiedevo fino a non molto tempo prima.

Vicino ai biscotti appena fatti, in un appiccicoso pomeriggio estivo con vicino un divano di finta pelle rossa, le mie mani in cerca di cose nuove da leggere si allungano: nella destra, il biscotto, nella sinistra questo libricino nero con un bellissimo quadro in copertina. Chissà che ci troverà mai mia zia in questa roba, mi chiedo.

Leggo la prima pagina, e i miei pregiudizi verso gli autori russi d'improvviso saltano in aria: Nikolaj Vasil'evic Gogol' sa scrivere, eccome: la prima parte de "La Prospettiva Nev'skij" è uno di quei pezzi di letteratura da strappare il foglio e incorniciarlo in camera, e il resto non è da meno.


Per chi non l'avesse capito, il libro in questione è "Racconti di Pietroburgo", un libro che mi ha fatto sentire al freddo della Russia anche nei pomeriggi agostani della Calabria ionica.

"Il naso", "il cappotto", "il ritratto" e soprattutto "memorie d'un pazzo" sono gli altri racconti, incredibilmente moderni. Ironico quanto basta, freddo di sentimenti taglienti, caldo delle passioni come il fuoco che si accende per riscaldarsi, Gogol' ti porta per mano al punto e ti fa vedere la scena. 

Se anche voi avete caldo d'estate, tuffatevi nella grande Russia del 1800. Da qui è partito il mio viaggio che poi è proseguito con le "Anime morte" e "Taras' Bul'ba".
Però questa è un'altra storia, e la racconteremo magari un'altra volta.

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